DALLA REDAZIONE -
Domenica maledetta per le prime della classe. Ma c’è una luce che brilla: è quella dell’Atessa VdS, che approfitta degli scivoloni delle due capolista e si riappropria della vetta della classifica. Seconda vittoria consecutiva per i ragazzi di Giandonato (3-0), che confermano di essersi buttati definitivamente (?) alle spalle un momento non proprio positivo. Il Real Montecchio, fanalino di coda con già nove sconfitte sul groppone, è davvero poca cosa. Miani, in termini di realizzazioni, si prende una giornata di riposo. Ma ci ha pensato Lazzarini, con tre colpi di fucile, a rimettere le cose a posto. Gara mai in discussione, con i sangrini che hanno controllano con scioltezza la minima reazione d’orgoglio dei giovanissimi marchigiani. Così, grazie ai risultati positivi che arrivano dagli altri campi, i gialloblu tornano più in alto di tutti. L’Aquila e la Sant inseguono a due punti di distanza, ma non c’è tempo per fare calcoli.
Quello di Recanati, ormai in Serie D è risaputo, è uno dei campi più tosti del raggruppamento. Ne sa qualcosa la Santegidiese, che lascia tre punti importanti sul campo della tignosa formazione marchigiana (1-0). Nonostante il risultato negativo, i vibratiani hanno dimostrato di non aver perso la buona stella che li ha guidati in quest’avvio di stagione. E’ vero, nel primo quarto d’ora Kettlun & co. hanno barcollato un po’. Ma poi, anche se con qualche difficoltà, sono riusciti a prendere le misure. Fatto sta che, su un campo ridotto in pessime condizioni, la formazione di Ammazzalorso non è riuscita a pareggiare i conti. Resta l’amaro in bocca perché, visto che il gol decisivo è arrivato sul tramonto della prima frazione, c’era tutto il tempo per recuperare. Il più amareggiato di tutti è sicuramente il cileno Roberto Kettlun. Anche ieri si è messo in mostra con uno splendido ‘arcobaleno’ su calcio piazzato. Stavolta, però, è stata la traversa a negargli la gioia del gol.
Un’Aquila in versione ‘harakiri’ fa rinascere il Campobasso (1-2). Gli episodi che decidono la gara sono due: 1) il gol di Todino, arrivato dopo 55 secondi, dettato da una gigantesca ingenuità; 2) l’espulsione di Modesti (che si fa cacciare dopo un calcio rifilato a Covelli) e la successiva realizzazione dagli undici metri. Eppure, nonostante le circostanze facessero temere un tracollo, la squadra del capoluogo ha cercato di rimediare i danni. Più con la rabbia che con la testa. Fatto sta che, prima del gol di Sparacio, gli aquilani hanno recriminato per un evidentissimo calcio di rigore. Alle pesanti assenze (la panchina è davvero troppo corta), si è poi aggiunta anche una buona dose di sfortuna (rivedere la traversa colpita da Sparacio). E’ solo un incidente di percorso? Per rispondere bisognerà attendere domenica prossima, quando i rossoblu faranno visita alla ferita Santegidiese.
Nella giornata Telethon (sono stati raccolti, tra incasso ed offerte, 2.767 euro), il Chieti viene condannato da qualche ingenuità di troppo e da una Civitanovese apparsa davvero pimpante (0-2). Ma sulla storia della gara pesano come un macigno le decisioni del signor Panacci di Gubbio. Il fischietto umbro ha rifilato tre cartellini rossi alla squadra di casa, assegnando agli ospiti anche un calcio di rigore alquanto dubbio. Il Chieti non è apparso deciso come in altre circostanze, ma è risultato quasi impossibile recuperare in otto uomini una partita sfuggita di mano (per propri demeriti). Qualche perplessità anche sulla decisione ("a dir poco discutibile", ha commentato a fine gara il presidente Bellia) di far dirigere la gara a due guardalinee marchigiani. Certo è che dopo una mazzata del genere, e con tante squalifiche all’attivo, non sarà facile rilanciarsi sul campo del Campobasso.
Nell’unico derby di giornata, sorride il Casoli (3-2). Che stoppa, in trasferta, l’Angolana e si avvicina prepotentemente alla zona play-off (ora distante appena due punti). Ottimo atteggiamento, quello dei ragazzi di Pasquale Logarzo, cinici e bravi a colpire gli avversari al momento del dunque. Non è stato comunque facile avere ragione dell’Angolana, la cui striscia positiva si ferma quindi a tre vittorie consecutive. A condannare l’undici di Roberto Marcangeli (prima sconfitta per il nuovo trainer angolano) sono stati i tanti cali di concentrazione accusati nel corso della gara e, soprattutto, l’espulsione di Bordoni (i pescaresi sono restati in dieci per tutta la ripresa).
Nei quartieri pericolosi della classifica, l’unico mezzo sorriso arriva dal Miglianico. Il clan gialloblu, dopo la pesante sconfitta di domenica scorsa, esce con un punticino dal campo dell’Elpidiense Cascinare (2-2). In tempi di magra, un pareggio non è da buttare. Ma resta l’amaro in bocca perché, per due volte in vantaggio, i teatini (rimasti in dieci per l’espulsione di Cinquino) non sono riusciti a difendere il risultato. Senza Volpe in panchina – il nuovo tecnico non è stato ancora tesserato, così la squadra è stata guidata dal vice Fanì –, il Morro d’Oro ha rimediato la seconda sconfitta consecutiva. Il Trivento passa (1-2) e sugli spalti esplode la contestazione dei tifosi locali. Le opportunità per evitare che l’ennesima sconfitta stagionale diventasse realtà non sono comunque mancate: Ragatzu ha prima colpito una traversa e ha poi sbagliato un calcio di rigore. Molise amaro per il Canistro (3-2). Ad Agnone, i marsicani giocano discretamente ma devono arrendersi perché mostrano scarsa lucidità e, soprattutto, poco cinismo. I complimenti, quelli sì, arrivano spesso. Ora è arrivato il momento di dare continuità ai risultati.
Gianluca Lettieri
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