Accanto a tecnico e giocatori resteranno solo alcuni dirigenti, col compito di traghettare il club sino al termine della stagione
DALLA REDAZIONE -
Ora è arrivata anche l’ufficialità. Dopo una riunione tenutasi ieri mattina, la famiglia De Cecco, il presidente Gabriele Bankowsky (nella foto) e il direttore generale Alessandro Di Dio hanno lasciato la Renato Curi Angolana. Non fa più parte dello staff nerazzurro anche il preparatore atletico, Gianni Chiacchiaretta. A nome della società dimissionaria, parla l’ormai ex diggì: "Non ci saranno passi indietro. Le dimissioni sono irrevocabili ed avranno effetto immediato".
In casa angolana, il futuro fa sempre più paura. La posizione di classifica è preoccupante e, ultimamente, pure sul fronte societario si sono addensati pesanti nuvoloni neri. Il rapporto tra società e tifosi, già di per sé difficile, si è spezzato (forse definitivamente) subito dopo il kappaò rimediato sabato scorso, nel match casalingo con il Morro d’Oro. A fine gara, infatti, il figlio di Peppe De Cecco, Adolfo, ha avuto un battibecco piuttosto acceso con un gruppo di tifosi.
Già domenica sera, le dichiarazioni del centrocampista pescarese non lasciavano grossi dubbi ("invito chi è interessato a farsi avanti, la nostra è una società senza debiti"); dubbi poi definitivamente svaniti nelle ultime ore. Il motivo di questa scelta? "La piazza - risponde Di Dio - ha contestato sempre con maggiore fermezza l’operato della famiglia De Cecco. Che, memore di quanto fatto per Città Sant’Angelo e per la squadra di calcio del paese, ha deciso di farsi da parte". Una decisione del genere rischia però di penalizzare un’intera tifoseria. "A causa dell’atteggiamento di una frangia di tifosi - chiarisce ancora il direttore generale -, non era possibile lavorare in tranquillità. Riteniamo che la strada intrapresa sia quella più giusta…" Cosa accadrà da qui sino a giugno? "Ci sono altri dirigenti che resteranno vicini alla squadra, cercando di onorare il campionato nel miglior modo possibile…".
"Traghetteremo l’Angolana con la speranza di raggiungere la salvezza. Tenendo fede agli impegni presi. Anche se l’intera dirigenza, esprimendo la propria solidarietà verso Adolfo De Cecco, ha deciso di dimettersi". Così l’amministratore delegato, Roberto Giammarino. "La nostra è una società ‘pulita’: andremo avanti con la consapevolezza che, per forza di cose, incontreremo delle difficoltà. Ad ogni modo - conclude il dirigente nerazzurro - mi auguro che De Cecco torni sui suoi passi".
Nel frattempo, mentre sul fronte societario la situazione resta delicatissima, ieri la squadra è tornata ad allenarsi. Il tecnico pescarese, Roberto Marcangeli, assicura: "Il gruppo è solido ed ha reagito. Certo è che - senza la presenza della famiglia De Cecco - sarà difficile andare avanti. Al tempo stesso, ho l’obbligo di guidare un gruppo che, finora, mi ha seguito passo dopo passo". I risultati, però, non sono arrivati. "La classifica parla chiaro. Certo, forse concretizziamo poco. Ma bisogna anche sottolineare che, nell’ultimo periodo, la fortuna ci ha sempre voltato le spalle. La società ha ribadito la propria fiducia nei miei confronti: cercheremo di salvarci il prima possibile, nella peggiore delle ipotesi passando anche per i play-out".
Sfortuna, poco cinismo… ma non solo. "La nostra è una squadra giovanissima che, per motivi societari, nel mercato dicembrino è stata privata di pedine importanti. Io, naturalmente, ho accettato il progetto che mi è stato presentato dalla dirigenza. Ossia quello di raggiungere la permanenza nella categoria utilizzando il maggior numero possibile di ragazzi. E credo che, al momento, nulla è precluso: la salvezza è distante quattro punti e, in prima squadra, hanno esordito anche dei fuoriquota classe 1993". Conclude Marcangeli: "Bisogna salvaguardare un settore giovanile importante. Un vivaio, come quello nerazzurro, che può contare su circa cinquecento ragazzi".
Gianluca Lettieri
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