domenica 27 dicembre 2009

GLI SQUALIFICATI DEL GIRONE F DI SERIE D
Sant falcidiata dal Giudice Sportivo: stop per Buttazzoni (due giornate), Corazzini e Traini (una gara ciascuno). Due turni al morrese Cichella e all'atessano Boschetti


DALLA REDAZIONE -

Allenatori


Una giornata: Francesco Farina (Bojano), Sergio Marocchi (Elpidiense).



Calciatori


Cinque giornate:

Pietro Pifano (Olympia Agnonese).

Tre giornate:

Mario Follera (NuovoCampobasso).

Due giornate:

Ciro Boschetti (Atessa), Luca Cichella (Morro d’Oro), Emiliano Daniel Buttazzoni (Santegidiese).

Una giornata:

Antonio Colella (AtleticoTrivento), Armando Iaboni (Bojano), Francesco Giusti (Casoli), Nicola Buffa (Elpidiense), Jaho Elker (L’Aquila), Pietro Bruno Rojas Pesce (Olympia Agnonese), Giovanni Martelli (Miglianico), Roberto Bassano (Rc Angolana), Marcello Corazzini e Davide Traini (Santegidiese).




SANTEGIDIESE, E’ TEMPO DI BILANCI
Il diesse Marcello Di Giuseppe ripercorre la stagione della sua squadra: “I risultati raggiunti sono ottimi. Crediamo nella promozione, ma mancano ancora tante giornate: inutile avventurarsi in pronostici azzardati. La regina del mercato? Il Chieti"


L’antiAtessa è tornata quella di una volta. Vincente e spietata. Calcisticamente parlando, quello della Santegidiese sarà un Natale sereno. Partiti con obiettivi di vertice, i vibratiani sono perfettamente in linea con i programmi stilati in estate, quando è stata allestita una squadra all’altezza della situazione.


Gente come Bucchi, Buttazzoni, Kettlun (poi è passato al Teramo) e Corazzini, tanto per fare degli esempi, è stata ingaggiata per puntare in alto. Non sarà facile raggiungere l’obiettivo (leggasi salto di categoria), ma i vibratiani sono tra le squadre che possono, anzi devono, pensare in grande.


Finora, la stagione della squadra di Ammazzalorso, un allenatore che non ha certo bisogno di presentazioni, è stata positiva. Però altalenante. Nel senso che, dopo un avvio shock (pesante stop casalingo col Chieti), la Sant ha iniziato a correre. E nessuno sembrava in grado di fermarla: primo posto in classifica e sette vittorie consecutive.


Poi è arrivata una flessione, dai più inaspettata, che ha fruttato tre punti in cinque partite. Pochi, troppo pochi. Ma chi pensava che la Sant avesse mollato è rimasto ben presto deluso. Perché, nelle ultime giornate, i giallorossi hanno riacquisito lo smalto dei tempi migliori, facendo bottino pieno pure nella tana dell’Atessa VdS. E ora solo lì, ad un passo da quella vetta distante solo due punti.


Il diesse Marcello Di Giuseppe (nella foto) si gode gli ultimi risultati dei suoi ragazzi. L’ex attaccante rosetano, a dire il vero, non è nuovo all’ambiente calcistico vibratiano. Con gli scarpini ai piedi, infatti, è stato a Sant’Egidio alla Vibrata per ben sette anni: dal 1987 al 1995, eccezion fatta per la parentesi di Teramo del 93/94. Ironia della sorte, nella stagione 1992/93, sulla panchina giallorossa sedeva proprio Aldo Ammazzalorso.


Di Giuseppe traccia un primo bilancio: "Finora, la nostra stagione è stata ottima. D’altronde anche la classifica dimostra la bontà del nostro lavoro. L’annata, a dire il vero, era iniziata con un brivido (il riferimento è alla sconfitta della prima giornata, ndr). Ma siamo stati bravi a rialzarci, senza fare drammi e andando spediti per la nostra strada. Sapevamo di aver allestito una buona squadra e ora, occupando una buona posizione di classifica, crediamo nel salto di categoria. Al tempo stesso, siamo consapevoli di dover dimostrare ancora tanto. Nel senso che mancano ancora tanti mesi al termine della stagione e può accadere di tutto. Fermo restando che, in linea di massima, ogni squadra ha fatto vedere di che pasta è fatta. E noi, nello specifico, abbiamo dimostrato di meritare una posizione di vertice".


Già in estate, con la scelta di Aldo Ammazzalorso, il presidente Camillo Fanini aveva lanciato un messaggio piuttosto chiaro alle naviganti.


"Spesso molti pensano che, quando si costruisce una squadra forte, la scelta dell’allenatore non sia poi così importante. In Serie D, non è così. Il motivo principale? Quest’anno, più delle altre stagioni, i fuoriquota hanno un peso notevole. Ecco perché il lavoro di un allenatore risulta fondamentale. Analizzando nello specifico la situazione della mia squadra, credo che la scelta di Aldo Ammazzalorso sia stata l’operazione più giusta che potessimo fare. E la nostra forza è forse proprio la guida tecnica: secondo il mio punto di vista, siamo partiti con un vantaggio rispetto alle altre squadre perché possiamo contare sul tecnico più importante della categoria"


Analizzando il vostro cammino, emergono tanti aspetti positivi ma anche qualche ombra. Il filotto stratosferico di risultati della prima parte della stagione è stato macchiato, sia pur marginalmente, da un periodo un po’ difficile.


"Partiamo dagli aspetti positivi. Le sette vittorie consecutive confermano il nostro valore. Qualora, nel girone di ritorno, qualche squadra riuscisse a ripetere un simile exploit, si creerebbe un distacco che potrebbe risultare incolmabile. Se è vero che, pur meritando ampiamente i risultati conseguiti, in quel periodo siamo stati aiutati anche da un pizzico di fortuna, è anche vero che, nelle gare successive, c’è andato tutto storto. Se non bastasse, eravamo in condizioni di emergenza: gli infortuni di Bucchi e Buttazzoni hanno lasciato strascichi importanti. Orfani dei due attaccanti titolari, era dunque normale che affiorassero delle difficoltà. Insomma: nei momenti positivi, non ci siamo gasati. Di contro, quando i risultati non arrivavano, abbiamo mantenuto un certo equilibrio. Per fortuna, siamo riusciti a colmare il distacco che ci divideva dall’Atessa. E ora siamo lì…"


Nel corso della sessione invernale di mercato, quale linea avete adottato?


"La cessione di Kettlun (approdato a Teramo, ndr) è stata dolorosa, dal momento che stiamo parlando di un centrocampista importante. Prendendo in considerazione la questione tecnica, invece, con questa operazione abbiamo cercato di dare più sostanza alla squadra, visto che Kettlun è un mediano offensivo. Dovendo fare una scelta, è dunque tornato Dario Casali, che può vantare caratteristiche diverse rispetto al cileno. Il nostro intento principale, inoltre, era quello di potenziale il reparto dei fuoriquota: e spero che siamo riusciti nel nostro intento. A livello di under, numericamente i movimenti sono stati diversi. Ma l’assetto generale è restato pressoché immutato. Anche se, per vari motivi, abbiamo dovuto fare a meno di giocatori importanti quali Kettlun, Cristofari e De Berardinis".


I giovani più interessanti del girone F?


"Iniziando dalla mia squadra, posso dire che Doumbia, Tomeo e Di Paolo, nonostante l’età, sono giocatori importanti. Passando alle nostre avversarie, ho apprezzato molto le prestazioni di Cavasinni: il terzino de L’Aquila ha le potenzialità per fare bene. Stesso discorso per Tammaro, centrocampista dell’Olympia Agnonese, e il giovanissimo Gallo (classe 1992, ndr), in forza all’Atletico Trivento".


La regina del mercato?


"Risposta secca: il Chieti. Sulla carta, il club neroverde ha potenziato notevolmente il proprio organico mettendo a segno acquisti importanti. Nelle prossime settimane, la parola passerà al campo… A quanto pare, l’equilibrio continua a farla da padrone. Nel giro di pochissimi punti, sono racchiuse diverse squadre che puntano ad un campionato importante. L’Atessa VdS può vantare un attacco stratosferico; il Chieti, nelle ultime settimane, ha confermato le proprie ambizioni; la Civitanovese si sta esprimendo su ritmi importanti; L’Aquila sta attraversando un periodo difficile ma ha già dimostrato la sua forza; l’Agnonese si è notevolmente rinforzata con il ritorno di Aquaro; il Trivento è una squadra tosta. La concorrenza è spietata…"


ALESSIO ROSA, CHIETI HA IL SUO PRINCIPE DEL GOL
L'attaccante ascolano è il bomber neroverde del 2009: ha segnato 14 gol in dodici mesi. "Un primato che mi riempie di gioia. Con i miei gol voglio portare questa società nei Pro"






DALLA REDAZIONE -

E’ Alessio Rosa il ‘principe del gol’ del 2009 neroverde. In questa speciale classifica, al secondo posto si piazza Giuseppe Genchi. Sono 12 i centri messi a segno dalla punta di Bari che, solo qualche settimana fa, ha lasciato Matera. Il primato che può vantare l’attaccante di Ascoli, dunque, impreziosisce ancor di più un anno ricco di soddisfazioni. E gol importanti.


Dopo circa dodici mesi trascorsi in terra teatina, il bottino-reti ammonta a 14 marcature, equamente divise tra la scorsa stagione e quella ancora in corso. Numeri importante per chiunque: figuriamoci per un attaccante la cui caratteristica principale, eccezion fatta per l’avventura di Centobuchi, non è mai stata il feeling col gol.


Però, nell’ultimo periodo, generosità e corsa sono andate di pari passo con una certa regolarità di rendimento in termini di reti. E ora nessuno si nasconde. La società, in sede di mercato, ha piazzato colpi importanti; la posizione di classifica (i teatini, insieme al Canistro, hanno disputato una gara in meno) è buona; il rendimento, pur essendo altalenante, fa ben sperare.


Fattori, questi, che permettono di vivere le festività natalizie con una buone dose di tranquillità. Si parlava degli acquisti: alla ripresa delle ostilità, il Chieti dovrà dimostrare con i risultati che la sessione invernale di calciomercato, sulla carta dispendiosa, ha portato dei benefici. Ancora qualche ora di riposo e la squadra tornerà a sudare: domani è in programma la ripresa degli allenamenti.


"Siamo pronti – dice Alessio Rosa –. Nel frattempo, mi godo questo primato che mi riempie di gioia. Nella scorsa stagione, i miei gol sono serviti per raggiungere la salvezza. Certo, poi abbiamo conquistato i play-off, ma in primo luogo la società ci aveva chiesto di conservare la categoria. Quest’anno, invece, spero che le mie reti possano essere utili per provare ad arrivare in Seconda Divisione. Sono felice perché, negli ultimi anni, non avevo timbrato il cartellino con costanza dal momento che avevo combattuto con diverse noie fisiche. Ora sto bene e spero che il mio periodo di forma non finisca qui".


Dopo dodici mesi in neroverde, Rosa ha imparato a conoscere la piazza teatina.


"Con la dirigenza ed i tifosi si è instaurato un feeling particolare. La stima è reciproca e, almeno finora, non ci sono state grosse incomprensioni. Sono questi i motivi principali che mi hanno spinto a restare a Chieti, rifiutando anche alcune proposte importanti. Lo scorso anno, io, Vittorio (Costa, ndr) e Danilo (Scibilia, ndr) avevamo vissuto emozioni indimenticabili. E in estate, nonostante la situazione societaria non fosse delle più limpide, sarebbe stato sciocco cambiare maglia solo per questioni economiche… Col senno di poi, posso dire che questa scelta è stata azzeccatissima. Non stiamo deludendo le aspettative e siamo lì, in alto, a lottare con altre squadre di prima fascia. Certo, mancano ancora tante partite al termine del campionato e le sorprese sono dietro l’angolo. Ma credo che quasi tutte le nostre avversarie abbiano dimostrato il loro vero valore".


Strane le abitudini di questo Chieti: contro le grandi fa la parte del leone e con le squadre di seconda fascia accusa qualche passo falso di troppo.


"E’ vero, la nostra è una squadra un po’ ‘matta’. Alteriamo prestazioni super a passi falsi sulla carta impossibili da pronosticare. Questo nostro strano rendimento può essere spiegato sia con qualche calo di concentrazione di troppo che, soprattutto, con l’inesperienza. Non dimentichiamo che, fino a qualche mese fa, la nostra era una delle squadre più giovani dell’intero girone. Al tempo stesso, non ci fasciamo la testa perché anche altre formazioni hanno evidenziato questa tendenza negativa. L’Aquila docet. Contro avversari d’alta classifica riusciamo dunque ad esprimerci al meglio mentre, quando affrontiamo squadre che praticano un calcio poco offensivo, troviamo qualche difficoltà di troppo. Talvolta, inoltre, sottoporta è mancata la giusta cattiveria".


Secondo il pensiero di molti addetti ai lavori, la regina del mercato è proprio il club neroverde.


"Gli acquisti messi a segno dalla società confermano che il Chieti punta alla vittoria del campionato. E’ inutile nascondersi. Gli arrivi di Chafer, Visciglia e Salvagno ci daranno una grossa mano sotto l’aspetto tecnico-tattico, ma, soprattutto, sotto quello dell’esperienza. In avanti, la concorrenza è spietata? Anche prima di dicembre, il mister aveva a disposizione quattro attaccanti… Il gap che ci divideva dalle ‘grandi’, che già in estate era minimo, è stato del tutto colmato. Al momento, almeno sulla carta, incontro delle difficoltà ad individuare qualche formazione più attrezzata della nostra. Se non avesse ceduto Kettlun, l’avversaria più pericolosa sarebbe stata la Santegidiese… Il trittico di partite che ci attende al termine delle vacanze dirà molto sul nostro futuro. Puntiamo al massimo, ma già ottenendo sette punti potremo essere più che soddisfatti. Per fortuna, dopo la gara col Montecchio, finirà la squalifica del campo. E finalmente, pure tra le mura amiche, potremo riabbracciare i nostri tifosi".


Domanda secca: delusioni e sorprese?


"Tutti si aspettavano di più dal Campobasso: una squadra come quella rossoblù, alla luce della campagna acquisti estiva, avrebbe dovuto disputare un campionato importantissimo. E invece, al momento, il distacco dalla vetta è considerevole. Partita in sordina, la Civitanovese sta ultimamente dimostrando il suo vero valore. Il rendimento dell’Angolana è invece sotto le aspettative. Per il resto, non credo che ci siano state né delusioni, né sorprese".

http://www.abruzzocalciodilettanti.it/

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